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23 gennaio 2012 La ricetta del governo non è liberale


Scritto da Mario Sechi


L’indice della libertà economica della Heritage Foundation e dell’Istituto Bruno Leoni è un buon metro per valutare lo stato di salute dell’Italia.

I dati sono stati diffusi qualche giorno fa: siamo al novantaduesimo posto, preceduti di un gradino dall’Azerbaijan e lontani da Paesi come la Giamaica, il Kazakhstan, la Slovenia, Capo Verde e molti altri che fanno sorridere i benpensanti.

Questo non schioda di un millimetro il fatto che l’Italia è un gigante economico, è la terza economia d’Europa, ma deve farci riflettere sull’eccesso di regolazione di un Paese che ha potenzialità inespresse enormi e costi burocratici titanici.

Bene, di fronte a tutto questo che fa il governo Monti?


“A parole liberalizza, ma in realtà regola, controlla, certifica, pianifica e dispone per l’oggi e il domani. Istituire un’Authority per i trasporti è l’esempio più lampante del sistema di pensiero”.


È una visione del mondo che fa parte della biografia e dell’esperienza del premier, ma è lontana da quella di un liberale.

Nella mente del governo c’è sempre l’occhio dello Stato - o di un suo ente supremo - su ogni dimensione dell’economia.

Siamo di fronte a un’idea non dinamica e naturale della concorrenza dove i prezzi dei beni e dei servizi sono frutto della domanda e dell’offerta. Se il governo Berlusconi non era liberale e condizionato dalla dottrina di bilancio di Tremonti e dalla sua visione colbertiana dell’economia, il programma dispiegato da Monti e dai suoi ministri è di stampo dirigista, ispirato dal dogma della regolazione in un Paese che di regole soffoca e per non morire asfissiato le aggira.

Come spesso è accaduto in questi giorni, la metafora del cosa non va in Italia, di questa enfasi regolatoria, di questa volontà di dare a ogni manifestazione della realtà un quadro normativo, arriva dalla tragedia della nave Concordia.

Dopo il naufragio Palazzo Chigi annuncia il varo di una norma per regolare le rotte a rischio.

Ridicolo.

Una materia che fa parte della cultura di ogni buon marinaio, punto e linea da carta nautica, bussola e compasso, diventa oggetto da Azzeccagarbugli.

È la testimonianza di un governo che rischia di andare fuori rotta.



Per Europa Federale
Marco Fumagalli
Responsabile alle P.R.


 
 
 
 

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