|
Lunedí 29.05.2006 12:30
Conti pubblici/ Rischio manovra bis
È preoccupato ( ma, lo sapeva anche prima di essere eletto) per lo stato disastroso dei conti pubblici, ( ha fatto delle promesse che non può mantenere) con il deficit sempre più vicino a quota 5%.
Il premier Romano Prodi ammette la situazione per nulla rosea, ma fa sapere: "Sull'ipotesi di una manovra bis non abbiamo ancora deciso", ribadendo che vorrebbe evitare un'ulteriore stretta finanziaria.
Non solo: Prodi da Bruxelles, dove è andato per incontrare il presidente Ue Barroso, dice anche che farà di tutto per evitare la chiusura dei cantieri Anas e Fs paventata ieri dal ministro dell'Economia Padoa Schioppa.
E, intanto, il commissario Joaquin Almunia fa sapere che dall'Italia ci si attende una "Finanziaria rigorosa".
Insomma, una secca smentita dal presidente del Consiglio, Romano Prodi, almeno per ora, per quanto riguarda un'eventuale manovra bis, prevista entro l'estate. Ma certo non si può escludere del tutto la necessita di un'ulteriore stretta finanziaria, vista la situazione del bilancio pubblico.
"Non abbiamo rinunciato a politiche di risanamento e di rilancio dei conti pubblici dell'Italia", ha detto convinto Prodi da Bruxelles. Anzi, ha aggiunto: "I primi dati sui conti pubblici destano preoccupazione".
Il premier Prodi si trova a Bruxelles per una serie di incontri con il presidente della Commissione Ue, il portoghese Josè Manuel Barroso, con il vice presidente della Commissione, Franco Frattini, e con il segretario generale del Consiglio Ue, Xavier Solana.
Sempre oggi Prodi vedrà il primo ministro del Lussemburgo, Jean Claude Juncker e il primo ministro del Regno del Belgio, Guy Verhofstadt.
Il Professore “Prodi”, comunque, esclude l'ipotesi di chiedere a Bruxelles una proroga del percorso di rientro del deficit al di sotto della soglia del 3%, che al momento è fissato per la fine del 2007.
"Non è in agenda, non siamo ancora arrivati a fare delle richieste specifiche", ha spiegato Prodi, con la manovra bis in programma, noi pensiamo di riassettare il momentanea disavanzo pubblico.
E subito ha smentito anche l'allarme lanciato dal ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, su una possibile chiusura del cantieri Anas e Fs per mancanza di soldi pubblici.
"Lo vorremmo evitare", ha detto Prodi, anche se "mancano i fondi per proseguire gli investimenti".
Intanto, però Bruxelles esprime le sue preoccupazioni sullo stato dei conti pubblici italiani e il commissario Almunia, attraverso la sua portavoce, fa sapere che dall'Italia ci si attende "un segnale di credibilità".
"Ci aspettiamo che il governo italiano applichi rigorosamente la Finanziaria di quest'anno e ne adotti una per 2007 che segua lo stesso percorso di consolidamento" secondo le linee indicate dall'Ue, ha detto Amelia Torres, portavoce di Almunia.
"Abbiamo sentito tutti i commenti provenienti dall'Italia sulla situazione di bilancio e sull'elevato livello del debito.
E' importante ritrovare una certa credibilità e ridurre il debito. C'é una preoccupazione legittima e ci sono segnali incoraggianti", ha sottolineato la portavoce.
Che i conti siano peggio del previsto e che, per questo, siano a rischio i cantieri Anas e Fs è emerso ieri sera al vertice di governo a Palazzo Chigi, a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio, Romano Prodi, i ministri Tommaso Padoa Schioppa, Pierluigi Bersani, Giuliano Amato e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta.
Un incontro come ce ne saranno altri, con i vari ministeri, che rientra nella ricognizione sullo stato di salute della finanza pubblica, che il governo sta compiendo, ma che assume un valore particolare perchè alla vigilia della prima missione del premier a Bruxelles, per discutere proprio di conti pubblici.
Sempre oggi, a Bruxelles, si tiene il Consiglio competitività, a cui per l'Italia, partecipano il ministro per lo sviluppo Bersani e il ministro per le Politiche comunitarie, Emma Bonino.
Una parte del programma economico dell'Unione conta sul recupero dell'evasione fiscale per finanziare le misure per rilanciare lo svilluppo economico del nostro Paese e per sanare i bilanci pubblici.
Secondo un'analisi condotta dal Sole24Ore, proprio, l'evasione fiscale provoca ogni anno un ammanco di oltre 100 miliardi dalle casse dello Stato e dai controlli viene recuperato meno dell'11%.
Più della metà delle somme nascoste deriva da Irpef e contributi, rispettivamente con 25-29 miliardi e 31-36 miliardi.
Numeri che confermano la gravità della situazione.
Secondo il quotidiano economico-finanziario, il dato riflette il dato minimo e massimo dell'economia sommersa stimata dall'Istat.
Le misure messe in atto per contrastare questa realtà, finora hanno dato risultati poco incoraggianti.
Sul fonte delle Entrate, per esempio, nell'ultimo anno i controlli sono stati 648.402 che si sono tradotti in una maggiore imposta accertata di 729 milioni di euro, di cui 384 definiti in adesione (cioè non contestati dal contribuente).
La restante parte, invece, destinata a prendere la strada del contenzioso.
Altro dato da non trascurare è il fatto che, nonostante le risorse umane destinata alla lotta all'evasione sia cresciuta in questi ultimi anno, non sono aumentate allo stesso modo né i controlli, né le imposte accertate.
|